martedì 20 maggio 2014

Elezioni Amministrative 2014 
 La Valdichiana che vogliamo 

 Il Circolo Legambiente “La Foenna”, in vista delle prossime elezioni amministrative, intende dare il proprio contributo di idee in materia di tutela dell’ambiente, sicurezza e valorizzazione del territorio della Valdichiana. Questo documento vuole dunque essere un manifesto aperto a tutti i soggetti che si propongono di amministrare i Comuni della Valdichiana, nella convinzione che l’ambiente e la sostenibilità siano temi che valicano i confini comunali e che debbano essere presi a riferimento nelle future pianificazioni territoriali dell’intera area. 
Apprezziamo il fatto che le tematiche ambientali siano presenti, in maniera più o meno aperta, in tutti i programmi elettorali. In questa ottica, auspichiamo che esse possano rappresentare l’elemento centrale di ogni futura iniziativa, collegate ad un’idea di territorio che operi un cambiamento radicale verso la sostenibilità ambientale. L’ambiente è, e dovrà essere un tema trasversale, presente in ogni aspetto di vita dei cittadini e dell’amministrazione del Comune. 
Crediamo fermamente che le politiche ambientali possano rilanciare la crescita economica e lo sviluppo di un territorio, così duramente provato dalla crisi economica. 
Se sapremo utilizzare i giusti strumenti e le misure più adeguate, potremo trasformare il momento di difficoltà che stiamo vivendo in un’opportunità, per delineare un nuovo modello di sviluppo in Valdichiana, che sappia valorizzare le tipicità locali e che sappia guardare oltre gli interessi economici immediati. 
E’ fondamentale, poi, che l’attività amministrativa abbia una visione di lungo periodo, un orizzonte temporale che superi i cinque anni di mandato, per progettare la Valdichiana del futuro, quella che vorremmo per i nostri figli e i nostri nipoti.   

CONSUMO NETTO DI SUOLO ZERO 
Gli ultimi dati dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) sul consumo di suolo in Italia sono allarmanti. Nonostante la crisi economica che ha colpito i particolar modo il settore dell’edilizia, il consumo di suolo è aumentato, dal 2010 al 2012, dello 0,3%, ad una velocità di 8 mq al secondo a causa di nuove edificazioni ma anche di infrastrutture. 
Le ricadute ambientali e sociali di questa cementificazione sono reali e certificate dagli studi scientifici. Si stima che in tre anni abbiamo sottratto all’agricoltura una produzione equivalente pari a circa 450.000 tonnellate di cereali, con un costo di 90 milioni di euro e un aumento della dipendenza italiana dalle importazioni. 
Ma, oltre alla produzione agricola, il suolo svolge molte altre funzioni quali la riduzione dell’inquinamento atmosferico, la regolazione idrica, il contrasto al dissesto idrogeologico, e rappresenta un patrimonio inestimabile di biodiversità, bellezza paesaggistica e memoria storica. 
A causa dell’impermeabilizzazione dei suoli, dal 2010 al 2012, sono state emesse in atmosfera circa 21 milioni di tonnellate di CO2 , paragonabili alla circolazione di 4 milioni di automobili in più ed è stata persa una capacità di ritenzione idrica dei terreni pari a 270 milioni di tonnellate di acqua che ha comportato una spesa di 500 milioni di euro solo per la gestione dell’acqua non infiltrata (mantenimento e pulizia di canali e fognature ecc…) 
Gli impatti ambientali, sociali ed economici del consumo di suolo ricadono, quindi, sull’intera collettività. E’ per questo motivo che consideriamo il suolo un “Bene Comune”, che deve essere salvaguardato da ulteriori speculazioni e aggressioni. Riteniamo perciò fondamentale ribaltare l’attuale approccio al costruire, incentrato sulla trasformazione di suoli agricoli in urbani, verso un’ottica di regolamenti edilizi “a volume zero”, ossia strumenti di pianificazione e governo del territorio che rifiutino qualsiasi nuovo consumo di suolo o incrementi delle volumetrie esistenti, ma che favoriscano il recupero, il riuso, la ristrutturazione, la riconversione e la riqualificazione del vasto patrimonio immobiliare esistente e di suoli già impermeabilizzati. 
Per raggiungere questo obiettivo, le Amministrazioni Comunali possono: 
1) Definire un Piano Strutturale Intercomunale tra i Comuni della Valdichiana per garantire una progettazione unitaria delle trasformazioni che possono produrre effetti al di là dei confini comunali 
2) Effettuare un censimento degli edifici pubblici, industriali, artigianali, commerciali e agricoli non utilizzati ed usare i risultati per prevedere il loro recupero e la loro riqualificazione, prima di approvare ulteriori consumi di suolo. 
3) Abolire il meccanismo del “Cambio di destinazione d’uso” senza un’adeguata pianificazione paesaggistica e ambientale.
 4) Applicare agli oneri di urbanizzazione per le nuove edificazioni in terreni vergini, i costi ambientali e sociali che questa comporta, secondo il principio “chi inquina paga”, così da non addossare alla collettività gli impatti negativi generati da un’iniziativa privata, e per scoraggiare l’utilizzo di nuovo suolo e rendere più conveniente il recupero dell’esistente. 
 5) Utilizzare gli oneri di urbanizzazione per investimenti per la riqualificazione ambientale ed edilizia e non per la spesa corrente. 
6) Favorire il ripristino agricolo e naturale di superfici impermeabilizzate inutilizzate applicando il principio di “consumo netto di suolo zero” (ad ogni consumo di suolo vergine deve corrispondere una riconversione di un suolo antropizzato in naturale o agricolo). 
7) “Dare il buon esempio”. Ogni progetto di iniziativa pubblica dovrà prevedere il recupero del patrimonio edilizio esistente anziché nuova occupazione di suolo agricolo. 
8) Evitare le infrastrutture faraoniche inadatte al contesto (vedi Outlet, Acquapark ecc…), puntando piuttosto sulle tradizioni e le tipicità del territorio della Valdichiana. 

RIQUALIFICAZIONE DEL PATRIMONIO EDILIZIO ESISTENTE 
Frenare il consumo di suolo significa anche poter riqualificare il patrimonio edilizio esistente, in particolar modo tutta quell’edilizia di bassa qualità architettonica e sociale realizzata negli ultimi cinquanta-sessant'anni, di forte impatto visivo, energicamente inefficiente e strutturalmente non sicura. 
Sostenere la riqualificazione architettonica, energetica e sismica del patrimonio edilizio esistente, significa dunque, riqualificare il paese nel suo insieme nell’ottica della sicurezza e della sostenibilità ambientale, migliorando gli impatti visivi e la qualità della vita. 
Tramite l’applicazione di meccanismi di incentivi/disincentivi per scoraggiare nuove edificazioni e favorire la ricostruzione, nonché di severi sistemi sanzionatori per l’abusivismo edilizio, i Comuni possono creare un fondo specifico da utilizzare per eseguire le demolizioni in casi estremi di serio pericolo per l’incolumità pubblica e l’assetto idro-geologico del terreno e per la riqualificazione e l’eco-efficienza negli edifici, a partire da quelli pubblici. 

FONTI RINNOVABILI DI ENERGIA
Riteniamo le fonti energetiche rinnovabili giochino un ruolo fondamentale per la tutela dell’ambiente e per il rilancio economico del nostro Paese e che anche il nostro territorio possa e debba fare la propria parte per contribuire al loro sviluppo, sempre nell’ottica della tutela della salute dei cittadini e del paesaggio. 
Pensiamo che sia possibile convivere con l’installazione di impianti a fonti rinnovabili anche in un territorio come quello toscano, apprezzato in tutto il mondo e che, con le dovute accortezze, si possa superare il conflitto “fonti rinnovabili vs. salute” e la sindrome “not in my backyard”. 
Questi i punti fondamentali per una politica energetica da attuare a livello comunale: 
1) Incentivare la realizzazione, da parte di privati, di piccoli impianti da fonti rinnovabili, quali fotovoltaico di piccola/media taglia sulle coperture collegata, magari, alla rimozione di eternit, mini - eolico o piccoli impianti geotermici a bassa entalpia; 
2) Installare impianti da fonti rinnovabili sugli immobili di proprietà comunale (scuole, municipio, palazzetto, campo sportivo ecc) 
 3) Riqualificare l’illuminazione pubblica per migliorare l’efficienza e ridurre i costi energetici 
4) Promuovere la realizzazione di piccoli impianti a biogas, nei limiti della capacità complessiva del territorio. Ovviamente tali tipologie di impianti non potranno essere realizzati nell’ambito di attività speculative, ma esclusivamente per fungere da supporto all’attività agricola, dimensionati sulla reale necessità energetiche dell’azienda e sulla base della disponibilità interna di biomassa da utilizzare. E’ opportuno, poi, che l’Amministrazione si faccia garante nei confronti dei cittadini, rispetto alla salubrità di questi impianti e all’assenza di rischi per la salute, organizzando periodici controlli da parte di enti indipendenti e rendicontando continuamente i risultati a tutta la cittadinanza. 
Infine, nell’ambito della produzione di legna da ardere, attività molto presente nel nostro territorio, chiediamo alla nuova Amministrazione di garantire e incentivare una corretta gestione dei boschi da parte delle aziende, in collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato. Troppo spesso, infatti, le aziende che si occupano del taglio dei boschi operano ai limiti della legalità sia per quanto riguarda l'inquadramento contrattuale dei tagliatori che per quanto riguarda il rispetto delle normative in tema di sicurezza e di ambiente.   

AGRICOLTURA 
La Valdichiana è un’area a forte vocazione agricola ma, attualmente, la maggior parte delle aziende del territorio utilizza metodi di coltivazione convenzionali, praticando monocoltura con un uso massiccio di pesticidi e fertilizzanti chimici a discapito dell’ambiente e della salute di cittadini e consumatori. 
Riteniamo necessaria, dunque, una massiccia riconversione dell’agricoltura in Valdichiana nella direzione della sostenibilità ambientale, della qualità delle produzioni e della filiera corta. Un’agricoltura che operi in sinergia con l’ambiente naturale e che ne sia custode, che tragga vantaggio dal reimpianto di alberature lungo le strade vicinali o i confini terrieri, un tempo utili agli agricoltori per le loro funzioni regolatrici ed oggi purtroppo abbattuti per far spazio a terreni da coltivare per ottenere il massimo profitto. 
Il passaggio da produzioni intensive a produzioni ad elevata tipicità e qualità, rappresenterebbe un’importante opportunità per la tutela dell’ambiente e la salute dei cittadini nonché un volano economico per lo sviluppo del turismo enogastronomico di qualità e per la soddisfazione di una domanda sempre crescente di prodotti tipici e salutari. 
Negli ultimi anni, nonostante la crisi, l’agricoltura biologica ha fatto registrare rilevanti tassi di crescita nel mondo e gli ultimi dati statistici confermano l’Italia come Paese leader in Europa. 
Ci sono dunque tutti gli elementi affinché anche un territorio come quello della Valdichiana possa essere riconvertito ad una produzione agricola di qualità. In questo contesto le Amministrazioni pubbliche giocano un ruolo fondamentale. 
Riteniamo quindi che si possa, fin da subito, avviare un percorso di concertazione tra tutti i soggetti e gli enti interessati per porre le basi per la creazione di un “Distretto Biologico in Valdichiana”, ovvero di un’associazione mista pubblico–privata, a livello intercomunale, tra aziende agricole biologiche, associazioni di categoria, associazioni ambientaliste, amministratori, associazioni di consumatori e semplici cittadini, che miri a coniugare la promozione e l’incentivazione della produzione agricola tramite la tecnica biologica, con il recupero delle tradizioni, delle tipicità locali e dei valori della sostenibilità, per una migliore qualità della vita e dell’ambiente.
Lo scopo è dunque quello di creare una filiera agricola di qualità per far si che le aziende agricole biologiche del territorio possano fare rete tra loro, con i consumatori finali e con le Amministrazioni e le Associazioni, per accrescere la loro competitività e, al tempo stesso, la sostenibilità ambientale delle loro produzioni, sviluppando un nuovo modello di organizzazione economica, sociale ed istituzionale. 
Da un lato gli agricoltori si impegnano a convertire le loro produzioni al biologico, dall’altro le amministrazioni si impegnano a tenere libero il territorio da OGM, a proporre solo cibo biologico nelle mense scolastiche, ad assistere le aziende che vogliono diventare bio, a valorizzare il più possibile la produzione biologica anche attraverso la promozione dei Gruppi di Acquisto Solidale (G.A.S.) tra consumatori e il sostegno alle piccole aziende per l’ottenimento delle certificazioni di qualità per le produzioni tipiche locali, agricole e artigianali. 
Al centro ci sono i consumatori che acquistano biologico, le associazioni che lo promuovono e lo valorizzano e persino gli operatori turistici, attraverso gli eco-itinerari, possono riqualificare e destagionalizzare l’offerta turistica. 
Tutto ciò nell’ottica di salvaguardare l’ambiente e la salute dei cittadini contribuendo, al tempo stesso, a contrastare la crisi economica. 
Invitiamo dunque i prossimi amministratori a promuovere in Valdichiana la rete organizzata delle produzioni bio. 

 RIFIUTI 
In tema di rifiuti è fondamentale, a nostro avviso, avviare un percorso condiviso per estendere e completare la raccolta differenziata “porta a porta” nei Comuni. Un sistema, si costoso, ma che permetterebbe di raggiungere in poco tempo percentuali elevate di raccolta differenziata, impossibili da raggiungere con gli attuali meccanismi di raccolta. 
Il “porta a porta” dovrà essere collegato ad un meccanismo di tariffazione puntuale dei rifiuti, legata alla reale produzione di indifferenziato, secondo il principio “chi inquina paga”. Questo meccanismo premia il comportamento virtuoso dei cittadini e li incoraggia ad acquisti più consapevoli. Solo così si può creare e diffondere nella cittadinanza la cultura, che ad oggi purtroppo ancora manca, della raccolta differenziata spinta. 
Oltre a questo, occorre promuovere la qualità della raccolta differenziata, tramite la formazione e l’informazione alla cittadinanza e un sistema di controlli sui conferimenti dei cittadini e delle utenze commerciali e produttive, utilizzando anche le sanzioni pecuniarie per chi non rispetta le regole. 

 MOBILITA’ LENTA
Uno studio danese (Bicycle Account 2012) evidenzia come ogni km pedalato genera un beneficio di 0,16 euro per la società, mentre ogni Km percorso in auto genera un danno pari a 0,10 euro. 
Indirizzare la pianificazione del traffico verso un progetto di mobilità lenta che promuova e incentivi l’uso dei mezzi pubblici e l’uso in comune di automezzi privati e che favorisca la mobilità pedonale e ciclistica, dovrebbe essere uno dei punti principali del programma delle prossime Amministrazioni. 
Riteniamo, infatti, che, spostare una parte consistente di traffico all’interno dei centri abitati dal traffico veicolare a quello ciclabile e pedonabile, non porti solo benefici in termini di riduzione dell’inquinamento e miglioramento della qualità dell’aria, ma possa contribuire a migliorare in senso generale la vita dei cittadini e a incentivare forme di turismo sostenibile, oggi sempre più ricercate.
Occorre, dunque, ripensare l’intera mobilità al fine di sviluppare e far crescere la percentuale di quella ciclabile e pedonabile, almeno per i piccoli spostamenti e per i percorsi turistico-ricreativi. Da un lato è necessario incentivare la mobilità lenta attraverso servizi e infrastrutture a ciò dedicate, e dall’altro è fondamentale scoraggiare e rendere più scomodo lo spostamento in auto e moto. 
Acconto alla creazione di piste ciclo-pedonali e corsie protette per bici e pedoni in strade particolarmente pericolose, per rendere i nostri paesi più sostenibili dal punto di vista della mobilità lenta, chiediamo alle nuove Amministrazioni di: 
1) Ridurre l’ampiezza delle strade percorribili da veicoli a motore istituendo sensi unici nei centri abitati e dedicare una delle due corsie di marcia alla mobilità lenta. 
2) Abbassare il limite di velocità da 50 Km/h a 30 Km/h nelle strade dei centri abitati. In tal modo si renderebbero anche i paesi più sicuri, si ridurrebbe la rumorosità, si ridurrebbe il consumo di carburante 
3) Installare dossi, cunette e altri limitatori di velocità nei centri abitati 
4) Incentivare tramite contributi, l’acquisto di biciclette, anche elettriche. 
5) Esigere dalle aziende di trasporto pubblico locale un incremento delle corse giornaliere per i bus, anche in orari diversi da quelli scolastici, al fine di incentivare gli spostamenti con mezzi pubblici anche dei lavoratori pendolari. 

TURISMO SOSTENIBILE, CULTURA, BENI CULTURALI 
Comuni come Torrita e Sinalunga non hanno ancora conosciuto un pieno sviluppo turistico come, invece, meriterebbero. Crediamo che le prossime Amministrazioni possano e debbano mettere al centro della propria azione le politiche per lo sviluppo del turismo. 
Naturalmente per turismo intendiamo il “turismo sostenibile”, che valorizzi le qualità dei territori quali l’enogastronomia, la cultura, la natura e i percorsi naturalistici, le attività sportive, senza impattare negativamente sull’ambiente e il paesaggio 
Queste alcune proposte del circolo La Foenna per il turismo: 1. Tutelare e valorizzare i sentieri del territorio, ripristinando quelli abbandonati e di pregio turistico-ambientale e permetterne la completa fruibilità e accessibilità, sia ai residenti che ai turisti, intensificando la cartellonistica e prevedendo dei percorsi vita e dei punti panoramici in determinati tratti strategici. 2. Nei centri storici, promuovere e incentivare la creazione di sistemi di albergo diffuso, e mettere in rete le eccellenze architettoniche, artistiche, storiche e culturali dell’intero territorio comunale e le attività di accoglienza turistica 3. Lo sviluppo di politiche di salvaguardia e di valorizzazione dei beni culturali, che abbiamo il dovere di salvaguardare per il turismo e per le future generazioni 

DECORO URBANO E VERDE PUBBLICO 
Il decoro di un paese e la manutenzione del verde pubblico sono il primo biglietto da visita nonché uno dei criteri fondamentali di giudizio di ogni turista. Spesso, infatti, oltre alla storia, alla cultura, dalle opere d’arte al paesaggio, un luogo viene apprezzato anche per la cura e la pulizia degli spazi pubblici. 
Inoltre spazi pubblici ben curati contribuiscono a una migliore qualità della vita dei cittadini. 
Per questo motivo riteniamo necessario che le nuove Amministrazioni si impegnino per garantire la riqualificazione urbana e ambientale ed una manutenzione programmata del verde e delle aree pubbliche, troppo spesso abbandonate a se stesse o danneggiate dagli stessi cittadini. 
Per raggiungere questo obiettivo, considerando le scarse risorse economiche e umane a disposizione dei Comuni, proponiamo di avviare e promuovere il progetto “Adotta un’aiuola” ormai già sperimentato con successo in altri Comuni. 
Si tratta dell’affidamento in gestione di queste aree, preventivamente individuate dall’Amministrazione, a privati cittadini, aziende e associazioni che ne facciano richiesta e che si impegnino alla cura continuativa di questi spazi, così da recuperarli dall’eventuale degrado, mantenerli nella loro integrità, abbellirli o renderli maggiormente fruibili da parte di cittadini e turisti. 
E' un primo passo verso un diverso metodo di gestione degli spazi a verde, con il minimo dispendio di risorse. 
Oltre a questo, tuttavia, è fondamentale sviluppare nella cittadinanza la cultura del verde pubblico e privato, attraverso campagne di sensibilizzazione per contrastare fenomeni quali l’abbandono di rifiuti o di escrementi animali in spazi pubblici e privati. 

TUTELA DEGLI ANIMALI, CONTRASTO DEGLI ABBANDONI E PROMOZIONE DELLE ADOZIONI 
Gli animali stanno occupando un posto sempre più dominante nella vita di ciascuno di noi e, dopo molte battaglie, finalmente negli ultimi anni è stata definita una severa normativa per la loro tutela e contro i maltrattamenti. 
Purtroppo ancora siamo lontani dal raggiungimento dei risultati sperati e sono ancora molti i casi di maltrattamento e abbandono, con conseguenze che si ripercuotono anche sulla pubblica incolumità e sui bilanci pubblici. 
In Valdichiana i servizi per il benessere e la tutela animale sono soddisfacenti rispetto ad altre aree, specie del Sud Italia, ma molto ancora si può e si deve fare per contrastare maltrattamenti, abbandoni e per favorire una corretta gestione degli animali domestici. 
Il canile intercomunale di Torrita rappresenta un’eccellenza per la gestione degli animali ospitati e per la loro adozione, ma riteniamo che esso debba rappresentare l’estrema soluzione per la gestione del problema del randagismo. E’ necessario lavorare molto di più “a monte” del problema, per evitare che gli animali vengano abbandonati nonché promuovere maggiormente le adozioni dal canile per ridurre i costi di gestione a carico dei Comuni. 
Queste, in sintesi, le misure che riteniamo opportuno vengano messe in atto dalle prossime Amministrazioni: 
1) Definire un Regolamento Comunale o Intercomunale per la Tutela degli animali, che contenga diritti e doveri dei proprietari, obblighi, divieti e sanzioni. 
 2) Istituire apposite aree pubbliche adibite all’accesso dei cani, per evitare conflitti e garantire ai proprietari il diritto/dovere al benessere del proprio animale. 
3) Avviare, con l’aiuto e il supporto delle associazioni animaliste e ambientaliste, una massiccia campagna di educazione e sensibilizzazione sulla tutela degli animali al fine di: - favorire le sterilizzazioni, - incentivare le adozioni dal canile vs acquisti di animali di razza, anche attraverso pubblicità su siti web e social network dei cani ospitati nel canile, - ostacolare la vendita e l’acquisto di animali alle fiere, - contrastare i maltrattamenti e gli abbandoni. 
4) Istituire percorsi di formazione per i proprietari (il cd. “patentino”) perché un cane ben socializzato ed educato non crea contenziosi ed riduce il rischio di maltrattamenti e abbandoni 
5) Eseguire gratuitamente le sterilizzazioni per i cittadini meno abbienti (anche per animali non adottati dal canile), oppure prevedere incentivi per i proprietari che effettuano la sterilizzazione presso strutture convenzionate. 
6) Applicare uno sconto sulle imposte, come la TARES, o prevedere contributi al mantenimento, ad ogni cittadino che adotta un cane dal canile municipale. Questa misura, oltre ad incentivare le adozioni avrebbe il vantaggio di ridurre i costi di mantenimento a carico dei Comuni. 
Oltre a queste misure è necessario che le Amministrazioni mettano in atto misure adeguate per prevenire o limitare la strage di animali selvatici e d'affezione sulle strade (cani, gatti, ricci, tassi, istrici, scoiattoli, rospi...), quali ad esempio: - Realizzare recinzioni che impediscano l'attraversamento di animali selvatici nei tratti più pericolosi (in campagna, nelle strade più trafficate lungo l’argine dei fiumi ecc… ) - Educazione e sensibilizzazione per gli automobilisti - Intensificare i controlli notturni sulle infrazioni ai limiti di velocità sulle strade, soprattutto quelle di collina e nei centri abitati. 


Queste, dunque, le proposte del circolo Legambiente La Foenna che ci auguriamo vengano fatte proprie dalla futura Amministrazione. Da parte nostra offriamo collaborazione per sensibilizzare i cittadini su queste tematiche e contribuire a sviluppare in maggior misura la cultura al rispetto dell’ambiente. Sarà nostro compito, tuttavia, anche quello di vigilare sulla loro effettiva attuazione e contrastare tutte quelle iniziative che vadano contro questi valori.